domenica 20 gennaio 2013

Partita Doppia

Per la mia prima vera mostra risultò incisivo e fortunato un incontro che feci durante il corso di pittura della pittrice Giulia Alberti di cui ho già parlato qui.
Vi erano all’interno del gruppo molte persone interessanti ma una in particolare mi colpì per la sua allegria, la fragorosa risata, il modo di fare schietto e cristallino e non ultimo per il talento.

Lorena Bastianoni, questo è il suo nome, dipingeva già da parecchi anni e aveva affinato, nel tempo, una tecnica ad olio che rasentava la perfezione. Ogni suo quadro traeva spunto dal suo grande amore per la natura e da quella nostalgia che prende quando si pensa alle cose del passato e a certi valori composti e silenti che non hanno certo bisogno di essere spiegati a parole.
Una nevicata improvvisa, una casa diroccata in campagna, l’esplosione di colori di un prato fiorito o una finestra su cui una mano semplice aveva appoggiato quotidiani utensili da cucina parlavano di un mondo antico a cui Lorena era legata e al quale sapeva dare dignità e nobiltà attraverso fluide pennellate sapienti.
Certamente molto lontana dalle oscure prigioni delle mie linee dritte e dalla spigolosità drammatica delle mie strane figure, era aperta, disponibile, quindi anche caratterialmente opposta al mio intrinseco pessimismo e alla mia diffidenza istintiva che, solo a tratti, lasciava spazio a un po’ di calore.

A quell’epoca, su suggerimento della mia insegnante e forse anche per una precisa esigenza di riscontro, pensai di esporre qualcosa di mio e di verificare quale fosse la reazione del pubblico di fronte a ciò che creavo.
Altri del corso l’avevano fatto in gruppo nei paesi limitrofi ma nessuno mi aveva proposto di partecipare. La ragione era che avevano tutti lo stesso stile, la stessa tecnica, i medesimi soggetti, che si amalgamavano in modo congruo fra loro dando all’esposizione un carattere omogeneo e ben strutturato. Invece se mi fossi presentata io in mezzo a loro, avrei per forza catturato l’attenzione semplicemente perché ero diversa destabilizzando l’armonia dell’evento e creando uno squilibro che credo non piacesse al gruppo.
Fare da sola una mostra personale era del tutto fuori luogo, la mia produzione di allora non era sufficiente, e anche dal punto di vista organizzativo sarebbe stato piuttosto complicato.

Ci voleva un’idea.
Come sempre quando il mio cervello si mette in moto diventa pericoloso ma dà anche buoni frutti.
Proprio partendo dal riconoscimento della mia diversità in senso artistico, che mi aveva precluso la possibilità di esporre con gli altri, pensai di allestire un’esposizione che mettesse in luce e desse valore alle differenze piuttosto che alle conformità.
Quindi perché non proporre una sfida? Esporre come unica rappresentante di un’arte contemporanea fra tanti artisti di stampo tradizionale non aveva senso, ma poteva averlo se i partecipanti erano due gruppi o due persone. Una piccola “querelle” insomma fra l’arte moderna e l’arte diciamo classica in senso lato. Poiché non conoscevo altri artisti che dipingevano in stile moderno, ripiegai sulla seconda ipotesi e la persona che mi venne subito alla mente come “antagonista” fu Lorena Bastianoni , che stimavo molto.
Sotto un certo punto di vista poteva essere pericoloso, soprattutto per me che presentavo opere moderne e del tutto scevre dai canoni classici ai quali forse il pubblico era più avvezzo.
Ma non importava. Ormai nella mia testa era già tutto deciso.

Mi misi subito a lavorare per trovare un titolo appropriato e poter stendere la prima pagina di quella che sarebbe stata la brochure di presentazione senza aver nemmeno contattato Lorena e senza sapere se avrebbe accettato.
Io una brochure non l’avevo mai fatta prima di allora e anche questa fu una sfida perché dovetti imparare ad impaginare, visualizzare immagini, scomporle, modificarle, creare testi, effetti e colori con il computer per arrivare ad un pieghevole piacevole da sfogliare per chi fosse venuto a trovarci all’esposizione.

Ma come rendere l’idea di una simpatica tenzone tra due artiste e due generi diametralmente opposti senza però scadere nella inutile competizione fra due individui e due modi di creare differenti? Non era un match sportivo. Nessuno ne poteva uscire né vincente né perdente perché eravamo due facce di una stessa medaglia.
Pensando al linguaggio commerciale mi vennero alla mente il Dare e L’Avere della partita doppia in ragioneria, assolutamente opposti, ognuno con una sua precisa collocazione e importanza ma entrambi volti ad un solo scopo comune: far quadrare i conti.
Io e Lorena eravamo così: opposte nell’ ispirazione, nella tecnica pittorica, nelle motivazioni e nei risultati ma entrambe avevamo la stessa spinta: la nostra passione per l’arte.

Si, Partita Doppia era il nostro titolo. Ci calzava a pennello ed aveva in sé sia l’accezione della sfida sia quella dell’essere entrambe rappresentanti di momenti diversi ma comunque incisivi nell’arte .
Mi accorsi, fra l’altro, con enorme gaudio, che nella parola “Partita” c’era anche la parola “art” che poi fu sapientemente evidenziata nel titolo, come potete vedere nella foto della locandina, in modo da far capire, anche a quelli un po’ più distratti, che non si trattava di un simposio di ragioneria ma di una mostra d’arte.

Da questa piccola idea che mi è costata qualche settimana di notti insonni, è partito tutto.

Letteralmente al settimo cielo per aver trovato questo titolo su cui poi si sarebbe sviluppato l’allestimento della mostra, finalmente, telefonai a Lorena e, presa da una foga esagerata, la travolsi di parole e spiegazioni senza lasciarle nemmeno il modo e il tempo di controbattere.
Lei, che da parte sua aveva una produzione molto più ampia della mia ma che fino a quel momento non aveva mai pensato di fare una mostra, rimase ad ascoltare fino alla fine, ristette per un attimo e poi, disse di si, così, di getto.
Sembrava che si fosse fatta luce su tutto l’universo e sulle nostre teste.
In un attimo ci era tutto chiaro. Non c’era nessun dubbio, nessuna incertezza.
Parlammo al telefono per più di mezz’ora, programmando, immaginando, sognando…………..!

Preparare “Partita Doppia” non fu per niente facile.
Da profane e con pochi mezzi non avevamo previsto molte difficoltà che abbiamo dovuto affrontare man mano sul campo. Mi ricordo le corse per trovare la location, il panico di non avere il tempo necessario, la distribuzione degli inviti fatta in orari impossibili, il tipografo, le locandine, le discussioni per trovare gli sponsor che ci aiutassero con le spese. E poi il rinfresco per l’inaugurazione, allestire, pulire, verificare mille volte se avevamo fatto tutto.

Siamo arrivate alla vigilia dell’esposizione esauste ma felici e galvanizzate.
Alle undici di sera avevamo finito. Tutto era pronto.
Controllammo che tutto fosse perfetto, spegnemmo le luci e chiudemmo la porta dietro di noi. Poi riaprimmo e demmo ancora uno sguardo.
Lì dentro c’era tutto quello che eravamo, la nostra passione, il nostro lavoro, le nostre sconfitte, le nostre vittorie, il nostro dolore e la nostra gioia. Ci guardammo senza dire una parola. Era come se in quella stanza stessimo per abbandonare una creatura. Saremmo state lì tutta la notte a vegliare se non avessimo avuto bisogno di dormire.

Il giorno dopo, alle cinque del pomeriggio aprimmo le porte di quella che fu una delle esperienze più intense della nostra vita, sia per l’affluenza di pubblico che non ci aspettavamo, sia per il rapporto che da quei giorni si e’ instaurato fra di noi.
Ora anche se le nostre strade si sarebbero divise artisticamente c’era un filo sottile che ci legava e non si sarebbe spezzato mai più.

Potete vedere di seguito l’articolo uscito su “Vallesabbia News” qui e l’articolo sul sito “Donneoggi.it” qui.






 

2 commenti:

Unknown ha detto...

Questa prima parte che ho visto mi ha riportato indietro a quei meravigliosi giorni passati insieme che non dimenticherò mai. E' stata la mia prima esperienza riguardante la mia pittura e devo ringraziare te per aver fatto avverare un sogno. Sono contenta di aver visto che il mio primo fan, il mio papà, era lì con me e con te, e sono felice di sapere che era orgoglioso di tutte e due. Sai, lui ti stimava tantissimo. Grazie ancora di cuore. Lorena

La raddrizzaquadri ha detto...

Cara Lorena,sono contenta che questo post ti sia piaciuto e sono orgogliosa di aver conosciuto tuo padre che stimavo e che so mi voleva bene. Spero ci saranno altre esperienze insieme e se ti fa piacere continua a seguirmi.Con affetto Daniela (Kitty)

Posta un commento

Sono apprezzati commenti inerenti al contesto del post espressi in modo urbano e garbato. Grazie