martedì 9 settembre 2014

Il Botticino DOC incontra l'arte

Si e’ tenuta domenica 7 Settembre 2014 a Botticino Mattina (Brescia) la XXI Rassegna del Botticino DOC, eccezionale prodotto della viticultura bresciana.
Un divertente trenino urbano ha portato per tutta la giornata gli ospiti nelle cantine piu’ rinomate della zona per una visita e degustazione.

Le tappe erano: presso il comune di Botticino, in un antico palazzo si trovavano le cantine di Casali Claudio, Franzoni Pierino, Musatti Valentino e Bonzi Luciano con le quali ho avuto l'onore e il piacere di esporre
Cantina Franzoni Pierino


Mira Busi proprietaria della cantina Bonzi Luciano
Degustazione vini della cantina Valentino Musatti
Il percorso proseguiva poi con :Cantina Scarpari Felice, Azienda Agricola Emilio Franzoni e Azienda Agricola Tognazzi Benedetto.

Ad ogni tappa erano molte le attivita’ organizzate. Da esposizioni di macchine e moto d’epoca, a mostre di piccoli attrezzi agricoli, visita a vigneti e cantine esposizioni di scultori e pittori.
Io ho avuto il grande piacere di esporre presso il Comune di Botticino insieme a quattro produttori di grande talento e simpatia.
Ho cosi’ potuto conoscere una realtà di lavoro e passione che assomiglia molto all’ ispirazione che muove la creazione artistica.
Il connubio e’ stato un successo. Fatica, passione, lavoro, ricerca, tecnica e curiosita’ sono gli ingredienti per creare un’opera d’arte e questo vino ne è la prova.

Ecco la mia esposizione:









Un po’ di storia:

Il suo vino è molto sottile e chiaro, e convenevolmente potente……….e magra e mezzolana terra e montuosa, ed in quella meglio che in altra fruttifica, se strettamente si poti, imperocché lunghi tralci con l’uve nutrir non può”.

Così veniva descritta l’uva schiava nel trattato sull’agricoltura redatto nel XIV secolo da Pier dé Crescenzi, attento conoscitore delle coltivazioni viticole nel territorio bresciano riferendosi a terre “cum vineis sclavis” circondati da viti allevate a filari e quindi costrette nel loro sviluppo, contrapponendosi alla cultura classica delle viti selvatiche e lasciate libere nella loro crescita.

Ma testimonianze della presenza di ottimi vini nel territorio della Valverde, sito alle porte di Brescia a nord del Monte Maddalena che scende per S. Gallo, Botticino Sera e Mattina verso Rezzato da un lato e Caionvico dall’altro ce ne sono fin da tempi più remoti tanto da poter comparare la viticoltura della zona a quella minoica.

Il piu' grande agronomo bresciano, Agostino Gallo nel suo trattato " Dieci giornate della vera Agricoltura e piaceri della villa "(Brescia 1564) scriveva del vino di questa meravigliosa zona collinare :
 "Per più ragioni è da apprezzare grandemente questo benedetto liquore; perciocchè (come dicono i sapienti) egli ha gran convenienza con la natura umana; attesochè essendo bevuto con misura, conforta il calor naturale, chirifica il sangue torbido, apre tutti i meati del corpo, leva ogni opilazione del fegato, e le tenebrose fumosita' del cuore, generative di ogni tristezza,dimostrando la sua gran virtù non pure nelle membre dè corpi nostri, ma eziandio nell'anima, facendola stare allegra, acciocchè sia maggiormente capace d'investigare le cose sottili e difficili."

Oggi il Botticino DOC vive un’eccellenza lentamente ottenuta attraverso la passione dei viticoltori che costantemente migliorano e affinano i loro prodotti, tanto da essere apprezzati in tutto il territorio nazionale. E’ un vino che conserva i sapori di una terra fertile, lavorata con passione e rispetto per la tradizione, pazientemente invecchiato alla ricerca di quel gusto strutturato ma elegante profumato e fresco che caratterizza da sempre questo vino profumato e intenso, ottenuto da una miscela di nobili vini in precise quantità quali Schiava gentile, Barbera, Marzemino e Sangiovese.

Ringrazio il consorzio tutela Botticino DOC che ha creato un opuscolo di grande interesse sul vino e la sua storia, dal quale ho attinto le notizie riportate e ringrazio Valentino, Daniela, Pietro e Pierino per avermi accolto in modo cosi’ caloroso e il mio maestro Davide Bignami al quale va tutta la mia gratitudine per avermi dato questa opportunita’.

lunedì 7 luglio 2014

MUSEI MAZZUCCHELLI - Mostra "Armonie dell'Arte"

L’Associazione Rezzato Arte Cultura di cui faccio parte, ha avuto il grande onore di esporre nelle prestigiose sale di Villa Mazzucchelli in occasione di cinque importanti concerti. Qui il link.


La Villa-Museo Mazzucchelli con sede a Ciliverghe di Mazzano in una posizione strategica tra Brescia e il Lago di Garda è monumento nazionale ed è legata alla figura di Federico Mazzucchelli (Brescia, 1671- 1746) e del figlio Giammaria (Brescia, 1707-1765), noto letterato del ‘700, che l’acquistarono e la ristrutturarono preservandone la maestosità.

La Fondazione Giacomini Meo Fiorot, che oggi si occupa degli eventi culturali, organizza spettacoli di grande pregio durante tutto il corso dell’anno. In Villa si possono ammirare stabilmente la collezione del Museo della Moda e del Costume, che ha origine nelle ricerche e nei viaggi di Franca Meo, costituita da circa 6.000 pezzi cronologicamente databili dalla metà del Settecento fino alla nascita dell’Alta moda nel Novecento, un nucleo di abiti etnici del XIX e XX secolo e il museo del vino e del cavatappi con pezzi che risalgono al XVII e XVII secolo.

Le meravigliose sale della Villa ci hanno accolto con tutta la loro storia e il loro valore artistico dando ulteriore risalto alle nostre opere. Mi accompagnavano la pittrice Tiziana Zini e lo scultore Ilario Mutti.
Eccovi un a galleria delle opere he ho esposto ed alcune immagini degli artisti che hanno esposto con me.










martedì 3 giugno 2014

Arte in casa Sberna


Si e' conclusa ieri la mostra intitolata "Arte in Casa Sberna" organizzata dall'associazione culturale Rezzato Arte e Cultura e con il Patrocinio del Comune di Rezzato.
La mostra ha avuto la fortuna di essere esposta in una location prestigiosa, Villa Sberna , vero e proprio gioiello di architettura e di pittura settecentesca.
I proprietari hanno aperto le loro porte ad artisti emergenti e non, individuando il rapporto fondamentale fra passato e presente nell'arte e mettendo a confronto stili e tecniche diversissimi.

Le maestose pareti affrescate erano protagoniste allo stesso modo degli artisti espositori e la contrapposizione fra passato e presente rendeva l'atmosfera ancora più suggestiva.
Ho esposto alcune opere delle quali potete vedere alcuni scatti.
Per me è stato un onore partecipare e ringrazio la Famiglia Sberna per l'opportunità ch ci ha concesso.
















mercoledì 8 gennaio 2014

Silente Perfezione

Il momento della contemplazione nella tradizione estetica giapponese è ammirazione del divino, immanente in ogni essere presente in natura, e l’attimo fuggevole ed effimero della fruizione della bellezza trasmette gioia e benessere all’uomo che, solo per un momento, viene ad essere in sintonia con l’universo di cui è parte.
I valori etici ed estetici quindi si fondono con la religione Buddista e la filosofia  Zen amplificando concetti come il continuo allenamento e l’ostinata ripetizione, alla ricerca di quella stessa perfezione che l’uomo può ritrovare solamente in natura.

La bellezza è nell’equilibrio di sentimento e tecnica, la bellezza è  pulita, essenziale, la bellezza è silenzio che porta alla concentrazione, alla meditazione, alla consapevolezza di sé.
Da queste considerazioni, del tutto congeniali con la filosofia che  sottende le mie opere, ho voluto reinterpretare le famose disposizioni di fiori giapponesi Ikebana in forma grafica.


Sono composizioni semplici, serene, che sottendono alle  regole ritmiche delle strutture architettoniche,  equilibrio e armonica distribuzione degli elementi scevri da infrastrutture che potrebbero danneggiarne la purezza e la linearità, pazientemente costruite nell’assoluto silenzio della moderazione e della modestia.






















Un omaggio alle multiformi espressioni della natura dal titolo Silente Perfezione.
Silenti non solo perché rientrano nella categoria delle nature morte (in inglese Still Life, letteralmente Natura Silente) ma anche perché frutto di un lavoro di concentrazione nel silenzio alla ricerca dell’equilibrio fra razionalità e sentimento, fra spazio e forma, esaltazione della linea e del ritmo: un’ unione seppur per un attimo effimero fra terreno e divino che le rende perfette.   

Piccole notizie sull’Ikebana.
E l’arte giapponese della disposizione dei fiori recisi, anticamente conosciuta come Kadō (華道 o 花道).E un'arte molto antica che ha le sue origini in Oriente ma solo nel complesso artistico e religioso del Giappone ha trovato il terreno fertile per il suo sviluppo trasformandosi, da iniziale offerta agli dei, in una multiforme espressione artistica. Le sue origini risalgono al VI secolo d.C.
In origine l'arte dei fiori era praticata solamente dai nobili e dai monaci buddhisti, che rappresentavano le classi elevate del Giappone, e solo molto più tardi si diffuse in tutti i ceti diventando popolare con il nome di Ikebana. Il primo stile, piuttosto elaborato, fu il Rikka che comprendeva la presenza nella composizione di ben sette elementi: i tre rami principali e i quattro secondari. In seguito venne elaborato uno stile più semplice, il Nageire. In epoca moderna ogni scuola adottò un proprio stile personale e si cominciarono ad usare anche vasi bassi dal bordo poco elevato ed elementi di contorno come sassi, rami secchi ed altri materiali naturali.L’ikebana nasce dall’osservazione della natura ed evita lo scadimento stilistico con lo studio costante delle forme, la conquista della tecnica e il continuo perfezionamento dei mezzi interiori e manuali. Nulla  sfugge a questo continuo controllo e forme  e materiali si amalgamano in vicendevole scambio di equilibri razionali e armonicamente logici.
Alla base della costruzione, qualunque sia la forma dell’ikebana, troviamo il triangolo. Triangolo che raffigura il cosmo, simbolo della montagna e del fuoco se ha il vertice in alto, della caverna e dell’acqua se ha il vertice in basso e anche simbolo delle fasi della vita, passato presente e futuro, nascita maturità e morte. Come queste forze si devono armonizzare per formare l’universo, così i rami si devono equilibrare nello spazio senza sforzo apparente. Questa l’essenza dell’ikebana: completezza conchiusa e potenzialità dinamica.