Pioveva fuori e pioveva dentro di me.
Una pioggia triste, incessante, che intorpidiva i miei sensi, incurante del mio bisogno, di luce, di sole.
Una pioggia che, se osservavo la mia immagine riflessa, diventava pioggia di lacrime sul mio viso, rigato da un dolore sordo, amaro, senza alcuna speranza.
Mia madre, nell’appartamento accanto si era appisolata, sfiancata dal dolore della malattia.
Non era il periodo migliore della mia vita ma lei aveva bisogno di me e dovevo esserci.
Costretta in casa per molte ore al giorno, quel pomeriggio ricordo di aver preso un foglio da un block notes e una matita “rubata” dall’astuccio di mia figlia.
Insomma un foglio bianco.
E la domanda che subito è sorta spontanea è stata :” E ora?”